uguaglianza per chi? | settembre 2024
1️⃣ Settembre è il mese del back to school, ma non tutt-, in Italia, ne hanno il diritto.
2️⃣ Nomina dei Commissari Europei: passi avanti e indietro tra genere e generazioni.
3️⃣ L’ennesimo attacco alla comunità LGBTQIA+ passa attraverso i progetti Erasmus+.
Borse di studio, idonei non beneficiari: glossario di un fallimento costituzionale
di Ottavia Cascini e Simone Serra (Unione degli Universitari Teramo)
L’art. 34 della Costituzione Italiana recita: “[...] I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.
Molti sono l- student- sono sces- in piazza da inizio anno, come negli anni passati, di fronte ai palazzi delle Regioni, in segno di protesta contro un sistema di distribuzione dei fondi per il diritto allo studio che non è solo caotico, ma del tutto inadeguato. Il problema di fondo è la totale assenza di un finanziamento strutturale, che ci lascia in balia di un sistema frammentato e disorganizzato.
La gestione e la copertura delle borse di studio assume sfumature diverse da regione a regione e da ateneo ad ateneo, con risultati comunque disastrosi: a Palermo, ad esempio, oltre il 50% degli studenti idonei non ha ricevuto la borsa nei tempi dovuti. La stessa situazione si è verificata a Verona e Pavia, mentre in Basilicata il quadro è ancora più vergognoso: da anni la Regione non riceve la “quota premiale” dal Ministero dell'Università e della Ricerca, che dovrebbe essere un incentivo economico per le Regioni che investono maggiormente nel diritto allo studio. Questa situazione dimostra una gestione fallimentare e ingiusta, che penalizza il diritto allo studio e l- student-.
Un esempio più dettagliato viene dall’Abruzzo: negli ultimi anni è diventato prassi, per non dire norma, dover fare i conti con la figura degli idonei non beneficiari. Una contraddizione in termini: idoneo non beneficiario è un- student- in condizioni economiche precarie che, per mantenersi negli studi, ha bisogno di un sussidio pubblico, e ne ha diritto, ma che semplicemente non lo riceve perché i fondi sono insufficienti. Questa realtà, di per sé già grave, nel corso del 2024 ha raggiunto livelli ancora più assurdi: lo scorrimento delle graduatorie è stato comunicato ufficialmente alla fine di aprile, ma per molt- student- – in particolare quell- aquilan- – la copertura integrale è arrivata dopo la fine di maggio.
Questo ritardo ingiustificato mette in luce non solo una lentezza burocratica preoccupante, ma anche un’evidente mancanza di pianificazione economica: sembra, infatti, che lo scorrimento sia stato avviato senza che ci fossero i fondi necessari a coprire l’intero importo, evidenziando un’inaccettabile incuria e un disinteresse nella gestione delle risorse destinate al diritto allo studio.
Tutto ciò avviene nel totale disprezzo del fatto che le borse di studio sono un diritto costituzionalmente riconosciuto. Ridurle a un rimborso o, peggio, a un bonus, svilisce la loro funzione primaria: concedere un supporto economico immediato e non a posteriori, con un ritardo che spesso si protrae fino alla fine dell'anno accademico, quando le spese sono già state affrontate, i disagi moltiplicati, e, in tanti casi, gli studi abbandonati forzatamente. Questo atteggiamento rappresenta una grave mancanza di rispetto nei confronti di tutt- l- student- che scelgono di dedicarsi alla formazione, rappresentando così un’opportunità di crescita per il nostro paese, e che invece ricevono un’ordinanza di sfratto dall’università, se non da questo paese, costrett- a cambiare percorsi e trasferirsi altrove. Una parziale, buona spiegazione di quel tanto temuto e crescente fenomeno noto come fuga di cervelli.
Nell’attesa che la politica se ne occupi, c’è da aspettarsi che l- student-, in quanto futuro del paese, non resteranno a guardare e si mobiliteranno permanentemente. I primi segni di insofferenza in questo nuovo anno accademico sono già evidenti dal lancio delle prime mobilitazioni autunnali. L- giovan- student- vogliono poter scegliere di costruirsi un futuro nella propria regione o nel proprio paese. Vogliamo un futuro qui.
Nomina dei commissari europei: passi avanti e indietro tra genere e generazioni
di Ilaria Bernabei e Gabriele Alletta
Con il mese di agosto si è concluso il lungo processo di nomine dei membri della nuova Commissione Europea, guidata ancora una volta da Ursula von der Leyen. Nonostante gli sforzi della Presidente per mantenere l'equilibrio di genere raggiunto nel 2019, la composizione del nuovo collegio segna un arretramento in termini di rappresentanza femminile.
Von der Leyen aveva infatti richiesto ad ogni stato di presentare due nomi - un uomo e una donna - così da poter poi selezionare un numero di candidati e candidate il più equilibrato possibile. I risultati si sono rivelati insoddisfacenti poiché la richiesta è stata ampiamente ignorata da tutti i paesi europei, ad eccezione della Bulgaria. La percentuale femminile scende infatti dal 44,4% al 40,7%, con 11 donne su 27 commissari.
Lo scenario è reso più complesso dall’assenza di obblighi che impongono le capitali a proporre candidati di entrambi i sessi - ancora una volta le questioni di genere non vengono affrontate seriamente.
Tuttavia, vi sono alcuni elementi positivi da menzionare. Innanzitutto, l’età media dei membri all’interno della Commissione è scesa dai 56 ai 52 anni - la maggior parte dei membri è ancora piuttosto adulta, ma tre millennials sono entrati a farne parte.
Ritornando alla questione di genere, secondo il report pubblicato dallo European Institute for Gender Equality, il Parlamento Europeo avrebbe raggiunto il gender balance per la prima volta dopo le elezioni del 2019, arrivando nel 2022 ad un totale di circa il 40% di donne presenti. Inoltre, proprio il Parlamento si è impegnato a portare avanti un gender impact assessment per ogni legislazione, iniziativa che contribuisce a promuovere la parità di genere in tutti gli ambiti dell’azione europea.
Inoltre, sono state inserite nuove figure chiave all’interno della Commissione, utili ad affrontare le sfide future. Tra queste vi è il Commissario per l'equità intergenerazionale, la gioventù, la cultura e lo sport. Glenn Micallef, incaricato di questo ruolo da Ursula Von der Leyen, avrà il compito di sviluppare una Strategia sull'Equità Intergenerazionale e di istituire un President's Youth Advisory Board. Tale ruolo è estremamente importante in quanto si pone l’obiettivo di estendere la democrazia partecipativa conferendo maggiore voce in capitolo alle nuove generazioni europee e favorendo il dialogo intergenerazionale. Parallelamente, Michael McGrath è stato nominato Commissario per la democrazia, la giustizia e lo Stato di diritto e sarà responsabile di organizzare un "Annual youth policy dialogue" e di costruire una Piattaforma per la società civile così da poter rafforzare la protezione della società, degli attivisti e dei difensori dei diritti umani.
I segnali che emergono dalla formazione della nuova Commissione europea in tema di parità di genere e giovani sono pertanto abbastanza ambigui. La sfida della parità di genere rimane ancora cruciale, con un obiettivo di una rappresentanza femminile al 50%non raggiunto. Un traguardo che richiederà un impegno costante e coordinato non solo a livello europeo, ma anche a livello nazionale. Gli stati membri dovranno assumersi maggiori responsabilità nel promuovere attivamente candidature femminili per ruoli di leadership, superando ostacoli culturali e strutturali che ancora persistono in molti contesti.
D’altra parte, si notano alcuni sviluppi promettenti sul piano generazionale. La prospettiva di iniziative giovanili quali l’Annual Youth Policy Dialogue e il Build a civil society platform to support civic dialogue rappresentano passi concreti verso un maggiore coinvolgimento delle nuove generazioni nei processi decisionali europei. Iniziative che combaciano anche con i punti chiave dell’azione di advocacy che Europiamo porta avanti, con la partecipazione alla campagna di mobilitazione transnazionale Civil Society for EU ed alla Erasmus+ Coalition.
In conclusione, mentre la nuova Commissione europea mostra aperture significative verso una maggiore inclusione giovanile, il cammino verso una vera parità di genere e un’equa rappresentanza giovanile rimane segnato ancora da numerose sfide. Il futuro dell’Unione Europea e del suo successo nel garantire un avvenire prospero per l- giovani, e soprattutto le giovani donne, dipenderà dalla stessa capacità della leadership attuale nel trasformare i principi di equità e inclusione in azioni concrete da attuare adesso. Il futuro è ora e noi non possiamo più aspettare.
L’ennesimo attacco alla comunità LGBTQIA+ passa attraverso i progetti Erasmus+
di Marianna Carlucci
Potrebbe esservi capitato di leggere da qualche parte, magari su Instagram, che Fratelli d’Italia e Lega si stanno scagliando contro progetti Erasmus+ che indottrinano la famosa “Teoria Gender”. Facciamo un po’ di chiarezza.
A fine agosto, l’Eurodeputato della Lega Paolo Inselvini, insieme ad altr- rappresentanti, ha aperto un’interrogazione parlamentare su Dragtivism Jr, un progetto Erasmus+ che vuole far conoscere la cultura drag, permettendo a chi partecipa di approfondire il tema spiegando la storia della cultura Drag e dell’attivismo che si è sviluppato da questa, e facendo provare in prima persona l’arte drag attraverso diversi workshop con Drag Queen e King. L’obiettivo è usare la performance drag come strumento di espressione, ma anche sensibilizzare comunità più ampie, coinvolgendo nelle diverse edizioni anche paesi dove essere queer è ancora un rischio, o peggio, un reato (ad esempio Slovacchia, Polonia, Ungheria).
Questa edizione del progetto coinvolge minorenni e l’accusa rivolta all’UE, tramite l’interrogazione, è di utilizzare fondi pubblici per finanziare “iniziative mascherate da progetti educativi” che espongono minori a tematiche sensibili e portano avanti indottrinamenti ideologici pericolosi.
Insomma, le nostre tasse usate per la teoria giender.
Ma non è finita qui. Altr- europarlamentari, come Isabella Tovaglieri e lo stesso Roberto Vannacci hanno iniziato a scagliarsi contro tutti i progetti finanziati dal programma Erasmus+ che promuovono i diritti LGBTQIA+ (ci asteniamo consapevolmente dal fornire un link ai loro post). Pur di gridare allo scandalo, sono arrivat- al punto di mandare una troupe televisiva di Mediaset fuori il luogo in cui si stavano svolgendo le attività del progetto. Tutto questo ha sollevato un enorme polverone di odio e ignoranza, condito da commenti che inneggiano al fascismo.
Ma, in fondo, cosa ci aspettiamo da un governo che continua ad opporsi all’introduzione dell’educazione sessuale ed affettiva nelle scuole e che cerca di soffocare ogni voce che si discosti dal pensiero dominante?
Oltre che sulla tematica in sé, tutto ciò ha evidenziato anche la forte ignoranza esistente in merito allo stesso programma Erasmus+. Gli Youth Exchange (che se non sapete cosa sono potete trovare sul nostro sito spiegati bene) sono stati definiti in ogni modo, tra cui “campus per Drag Queen”, “sorta di campo estivo”, “corso drag”. Inoltre, fanno finta (perchè non crediamo siano davvero così stupid-) di non sapere che per coinvolgere minorenni negli Youth Exchanges ci voglia il consenso della famiglia, quindi nessun adolescente è strappat- dal nido domestico per riempirsi di arcobaleni e brillantini. Le persone che stanno portando avanti questa “lotta”, inoltre, pare non sappiano che una delle priorità orizzontali del programma Erasmus+ sia proprio Inclusione e Diversità, comprensiva di identità di genere ed orientamento sessuale, ma anche che la stessa Unione Europea ha una strategia specifica per l’uguaglianza LGBTQIA+, con annesse consultazioni e report, che mira a combattere le discriminazioni, creare società più sicure ed inclusive e spronare il resto del mondo a fare lo stesso.
Potrebbe essere fatto di più per contrastare le discriminazioni che la comunità queer vive in tutta Europa? Sicuramente sì, ma almeno abbiamo una base di partenza.
Qual è stata la risposta a ciò che sta succedendo? Finora ben poca, sono stati scritti alcuni articoli e pare che Possibile stia organizzando un Dragtivism Tour per sensibilizzare sul tema, una nota arcobaleno in questa situazione nera (pun intended).
Ciò che si è potuto notare è che questa faccenda ha avuto una risonanza bassissima, sia perché è difficile comprendere la gravità del fatto se non si conosce, anche minimamente, il programma Erasmus+, sia perché attualmente in Italia i diritti di moltissime persone vengono costantemente minati, e ciò richiede attenzione, come il nuovo DDL sicurezza.
Cosa possiamo fare? Intanto informiamoci, parliamone e facciamo rete. Europiamo vuole sensibilizzare i suoi membri con questa newsletter e gli eventi che vengono organizzati. Il 23 Ottobre saremo a Verona per ospitare un evento sull’inclusione della comunità LGBTQIA+, in cui impareremo qualcosa in più sul tema e ci confronteremo sulle problematiche attuali. Per iscrizioni e info segui questo link.
Vorrei chiudere questo articolo con una nota personale. Io ho avuto il privilegio di partecipare a una delle edizioni precedenti di Dragtivism ed è stata una delle esperienze cardine della mia vita. Ho scoperto che il drag è tantissime cose: ballo, canto, racconto, stand-up comedy, attivismo, sensibilizzazione, ed è persino commemorazione delle persone queer uccise da quel sistema che non vuole riconoscere noi e le discriminazioni che quotidianamente viviamo. Mi ha permesso di vedere che esistono tantissimi mondi oltre quello che pensavo di conoscere, tantissime storie diverse e tantissimi modi di esprimere la propria identità, ognuno di questi ugualmente bello e valido. Mi ha permesso di mettermi in discussione e in gioco. E posso dire che la sicurezza e la libertà di esprimermi che ho sentito in quei giorni raramente le ho ritrovate altrove.
Cosa che non succede spesso in Italia. Infatti, secondo ILGA Europe, l’Italia è ben al di sotto della media europea per quanto riguarda il raggiungimento dei diritti della comunità LGBTQIA+, e ad oggi le prospettive sono tutt’altro che rosee. Questo però non deve spaventarci: dobbiamo far fronte comune, continuare a lottare e resistere affinché questo mondo sia veramente un posto per tutt-.
Ti è piaciuta questa rubrica? Seguici su Instagram per restare aggiornat* sulle prossime edizioni di Precarie - Politiche giovanili spiegate.
🎤 Vorresti contribuire? Suggerisci un contenuto che ti piacerebbe leggere il prossimo mese a comunicazione@europiamo.org
🚀 Vuoi fare di più? Condividi i nostri contenuti sui tuoi canali social ed aiutaci a diffondere le iniziative di advocacy per le politiche giovanili in Italia ed Europa.